Sono giorni che sto rileggendo il mio diario e il tema ricorrente è la solitudine.
La solitudine spaventa più o meno tutti, chi più chi meno, e secondo me questo dipende dal come si sceglie di viverla: subirla o agirla?
Perché se è una scelta è davvero molto più semplice da sopportare, anzi diventa piacevole, a volte un vero e proprio bisogno che non si vede l’ora di soddisfare. Quando invece è imposta può essere terribile, ed infinita.
Io credo di averle provate entrambe, e nell’ultimo periodo sono state più che altro delle montagne russe di solitudine: piacevole, spiacevole, piacevole, spiacevole, piacevole, spiacevole.
È una sensazione invadente che quando arriva è più un’inondazione che una sensazione: mi alzo, faccio qualcosa, mi risiedo e i pensieri mi si accavallano nella mente, allora mi rialzo, cammino, ascolto una canzone e di nuovo lei sale, sale e non mi fa respirare. Dormo per non pensarci più, per cercare di dimenticare ma se tu puoi dimenticarti di lei, lei certo non si dimenticherà di te.
Se finissi qui il mio pensiero sarebbe davvero pesante invece questi momenti, da quando li vivo così intensamente e completamente, da quando gli permetto di far parte della mia vita, tanto quando la gioia e la felicità, mi riempiono. Ad un certo punto mi sveglio, vuota, finalmente vuota, pronta a riempire il mio sacco di ciò che voglio perché quello che c’era e che non mi piaceva l’ho vissuto, nel bene e nel male.
Penso che la solitudine sia la sensazione che mi permette di chiudere il cerchio ad ogni giro di giostra che la mia vita mi permette di fare, è il colpo di coda, quella sventola che provi quando ti siedi nell’ultimo carrello del blue tornado a Gardaland. È una bella botta ma dopo inizia un nuovo percorso, un nuovo sentiero, e tutte le cose che il vecchio tratto ha portato rimangono consapevolezze e perdono, per fortuna, il tumulto emotivo che le ha accompagnate e possono finalmente essere utilizzate. Questa è proprio la 12esima casa astrologica, l’ultima dello zodiaco, dove si capisce finalmente il senso del percorso appena fatto per poi intraprenderne uno ancora sconosciuto.